Piccolo campionario di frodi assicurative

Piccolo campionario di frodi assicurative
17 Aprile 2018: Piccolo campionario di frodi assicurative 17 Aprile 2018

Un rapido sguardo ai più recenti casi di frode assicurativa che le denunce delle Compagnie e le indagini delle Autorità portano alla luce conferma, una volta di più, come il proliferare di organizzazioni delinquenziali dedite a questi reati, grandi o piccole che siano, è davvero inarrestabile.

A Macerata Campania ne è stata scoperta una composta anche da medici ed avvocati che prospettavano sinistri stradali con danni alla persona in realtà mai avvenuti, rilasciando certificati di Pronto soccorso fittizi, predisponendo relazioni medico legali inveritiere, chiedendo il risarcimento dei relativi danni, promuovendo i pertinenti giudizi civili nel caso di mancato accordo con gli assicuratori, per ripartire poi gli utili della loro attività (stimati in circa € 800,000) secondo una “tariffa” predeterminata.

Ammonta ad oltre un milione di euro invece il “giro d’affari” di un’altra organizzazione per la quale a Caserta sono state eseguite 20 misure cautelari a carico di falsi agenti assicurativi, periti, carrozzieri, titolari di agenzie infortunistiche ed avvocati, anche in questo caso in relazione ad incidenti stradali con danni a persone e cose avvenuti solo sulla carta.

Ad Asti, invece, alcuni impiegati di un’agenzia assicurativa, in accordo con alcuni clienti, moltiplicavano gli indennizzi per la sostituzione di vetri e cristalli, modificando opportunamente le fatture rilasciate dalle carrozzerie per riparazioni effettuate in relazione a sinistri realmente avvenuti.

Il Tribunale di Milano ha invece condannato un ex primario, suo figlio ed un avvocato per una frode relativa all’acquisto di una sessantina di vetture di lusso (il cui acquisto veniva imposto dal dirigente medico anche i propri collaboratori), che venivano poi rivendute all’estero, salvo denunciarne falsamente il furto, allo scopo di percepire il relativo indennizzo assicurativo.

Il G.i.p. di Roma ha invece emesso 16 ordinanze di custodia cautelare (10 ai domiciliari) nei confronti di medici (ortopedici e radiologi), infermieri, fisioterapisti, periti, meccanici ed avvocati che facevano parte di una rete resasi responsabile di almeno una trentina di falsi sinistri, per un ricavo complessivo di oltre € 1.200.000. Gli indagati sono ben 207. Gli incidenti venivano denunciati come avvenuti sempre con la stessa modalità: due giovani dichiaravano di essere stati investiti da un autoveicolo, per solito condotto da una persona anziana, mentre si trovavano a bordo di un ciclomotore. L’organizzazione aveva addirittura ideato un falso “studio legale” che trattava la liquidazione dei sinistri con le compagnie di assicurazione.

Anche a Barcellona Pozzo di Gotto 16 misure cautelari sono state assunte nei confronti degli organizzatori di una serie di falsi incidenti stradali (almeno 33 , per un volume complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro), fra cui due avvocati e quattro medici. L’organizzazione progettava a tavolino i falsi incidenti stradali, individuava gli autoveicoli “coinvolti” e creava ad arte i danni comprovanti l’accadimento dell’incidente, provocando le opportune ammaccature alla carrozzeria dei predetti veicoli. Venivano poi individuate le persone che dovevano figurare quali “feriti”, che venivano appositamente istruite ed accompagnate presso il Pronto soccorso di uno degli Ospedali della zona, dove riferivano degli incidenti in realtà mai avvenuti e lamentavano lesioni inesistenti che, tuttavia, venivano puntualmente attestate dei certificati rilasciati loro. Medici legali compiacenti redigevano poi perizie che attestavano un’invalidità riportata dai danneggiati. Gli assicuratori che non pagavano venivano convenuti a giudizio, nel quale, occorrendo, comparivano falsi testimoni, adeguatamente istruiti in precedenza. Ma anche nel caso di incidenti stradali realmente accaduti l’organizzazione procurava persone disposte a dichiararsi trasportate nei veicoli coinvolti, che reclamavano a loro volta il risarcimento per le lesioni che asseritamente subite.

Di natura completamente diversa, invece, la truffa perpetrata a Piacenza da alcuni subagenti assicurativi, cui era stato revocato il mandato a causa di gravi irregolarità (polizze inesistenti, premi non contabilizzati o contabilizzati solo in parte e comunicazioni contrattuali non veritiere poiché stipulate all’insaputa dei clienti), che avevano proseguito la loro attività emettendo polizze puramente e semplicemente false, al solo scopo di incassare i premi pagati dai clienti. Rilevante il frutto di tale attività (ben 3 milioni e mezzo di euro).

Non mancano però le frodi, per così dire, più “artigianali”.

A Savigliano, ad esempio,  un uomo aveva chiesto il risarcimento del danno asseritamente subito dalla propria autovettura in conseguenza di un tamponamento provocato da quella condotta da una donna. Si è scoperto che aveva denunciato altri incidenti, tra cui altri due già avvenuti con un’identica dinamica e con la stessa persona in qualità di “investitrice”. Anche i danni alla carrozzeria del suo veicolo erano risultati identici a quelli già accertati e liquidati in relazione ad un precedente sinistro.

Ha davvero esagerato, invece, un brindisino che, nell’arco di soli due anni, ha chiesto di essere risarcito per almeno… 50 sinistri, tutti riguardanti una interminabile serie di piccoli infortuni causati, ad esempio, da un’auto in retromarcia che lo avrebbe ferito ad un piede, da un’altra in uscita da un parcheggio che lo avrebbe urtato ad un braccio, e così via.

Ma le compagnie di assicurazione non sono le sole vittime designate da questo genere di truffe: a Taranto, infatti, un malvivente, già noto alle Autorità per precedenti specifici, simulava ripetutamente di essere stato urtato da veicoli che uscivano in retromarcia da uno stallo di parcheggio, tentando poi di estorcere ai conducenti somme di denaro sotto minaccia di denunciare il sinistro e far perdere loro i punti della patente.

Fa quasi tenerezza quindi l’episodio che ha invece coinvolto un uomo di Marzano di Nola che invece si è limitato a dichiarare di essere stato investito da un motorino, il cui conducente non si sarebbe arrestato per prestargli soccorso, tentando di farsi risarcire per sinistro risultato poi in realtà mai avvenuto…

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